Sponsor di maglia: i numeri impietosi della Serie A

In questi giorni qualcuno si è compiaciuto per il ritorno dei ricavi della Serie A attraverso gli sponsor nelle maglie ai livelli del 2012, livelli che erano scesi dal 2013 in poi. Ad una più attenta analisi, però, è difficile restare tranquilli dopo aver constatato che ben quattro squadre del campionato italiano sono senza sponsor e i nostri ricavi sono un quarto di quelli della Premier League inglese.

Detto questo, per quale motivo dovremmo compiacerci? È vero, i ricavi della stagione 2015/2016 provenienti dagli sponsor sulle maglie saranno superiori rispetto a quelli degli ultimi anni, e allora il nostro campionato vale un quarto rispetto a quello inglese?

Noi crediamo di no, quindi deduciamo che sono stati fati degli errori nella gestione di questi sponsor e nel modo di promuovere il nostro campionato, che un tempo era il più bello e ambito del mondo, all’estero.

Recentemente i giornali hanno riempito le prime pagine con titoloni che parlavano di nuovi capitali in arrivo nel calcio italiano, nuovi investitori e cose del genere. Ma la corsa per aggiudicarsi lo spazio sulle magli delle squadre è la cartina tornasole che dimostra che il nostro “pallone” è ancora in crisi. Di sicuro c’è qualche segnale di ripresa, ma niente di che.

Una ricerca dello Sporteconomy Jersey Sponsor Index ha evidenziato come tutti gli jersey sponsorship in Serie A valgano poco più di 85 milioni di euro, con una media di circa 4,5 milioni a squadra. Da alcuni dirigenti della Lega è trapelata una cauta soddisfazione, motivata dal fatto che questi numeri non si raggiungevano da tre campionati. Peccato che già allora eravamo in caduta libera.

Sporting Intelligence qualche settimana fa ha pubblicato i ricavi della Premier League e con nostro grande rammarico i ricavi del campionato inglese sono il quadruplo dei nostri. Persino nel caso dell’unico sponsor in comune, Emirates, il confronto è inquietante, visto che il suddetto sponsor dà all’Arsenal circa il doppio di quello che dà al Milan.

Tra gli altri dati negativi, salta agli occhi che soltanto Milan e Napoli, con Emirates e il duo Acqua Lete/Garofalo, dimostrano di aver saputo attirare munifici investitori esterni, mentre per esempio la Juventus espone lo “sponsor di famiglia” Jeep del gruppo Fca.

Altra situazione “strana” è quella del Sassuolo, sponsorizzata dalla Mapei, che è di proprietà del suo stesso presidente Giorgio Squinzi.

Insomma, checché se ne dica, il nostro calcio è ancora in crisi e l’impietoso confronto con gli altri campionati ci fa capire che ancora c’è molta strada da fare.

Articolo a cura del sito PronosticiSerieA.info

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