I terremoti in Italia, cause e storia

I terremoti, o sismi, sono degli assestamenti della crosta terrestre, che causano improvvisi spostamenti del sottosuolo. La superficie terrestre infatti è formata da placche, o zolle, che sono in lento e continuo movimento. La maggior parte dei sismi sono concentrati nei confini tra due placche tettoniche, dove il contatto è costituito da faglie.

Il territorio italiano è geologicamente considerato giovane, e per tale motivo ancora in movimento quindi ritenuto ad alto rischio sismico. Le zone considerate più a rischio sono situate nelle Alpi orientali e nell’Appennino centro-meridionale, i due massicci infatti hanno avuto origine, circa 100 milioni di anni fa il primo e circa 20 milioni il secondo, da due giganteschi eventi tettonici che hanno generato due grosse faglie che rispecchiano pressoché in toto l’andamento dei due sistemi montuosi, e che danno origine appunto ai terremoti. Per questa ragione l’unica regione d’Italia non sismica è la Sardegna, isola antica, geologicamente risalente al paleozoico che non ha subito le sopra menzionate orogenesi.

La caratteristica dei terremoti in Italia è quella di essere superficiali, ciò vuol dire che si sviluppano nella crosta terreste, ad una profondità di circa 10 km. Questo comporta che anche sismi di magnitudo medio assumono una pericolosità e un potere distruttivo notevole, è possibile trovare notizie sui terremoti in Italia e la lista degli eventi sismici all’Osservatorio Nazionale Terremoti.

I maggiori sismi in Italia

Dal novecento a oggi, probabilmente l’evento sismico più catastrofico che ha colpito il territorio italiano è il sisma della Calabria meridionale-Messina del 1908, di magnitudo 7,1, che il 28 dicembre alle ore 5.20 si abbatte nel sud, colpendo soprattutto le città di Reggio Calabria e di Messina, dove, in 37 secondi di assestamento, perse la vita metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese.

Nel ‘900 furono tanti gli eventi che seguirono a quello che fu considerata una delle calamità più drammatiche europee. La Sicilia è sempre state una delle regioni maggiormente colpite, anche in tempi più recenti. E’ il caso per esempio del sisma di magnitudo 6.1 del 15 gennaio 1968, che colpì soprattutto le province di Trapani e Agrigento, causando 370 vittime.

Ancora il sud, più precisamente le regioni della Basilicata e della Campania centrale, il 23 novembre 1980 contarono 2914 vittime, causate da un terremoto della magnitudo di 6.9 che venne avvertito dalla Sicilia fino al Friuli.

Benché le tecnologie siano in continua evoluzione e si stia cercando in più modi di contrastare o comunque di arginare il potere distruttivo dei sismi, anche il XXI secolo, benché solo all’inizio, ha già evidenziato alcuni eventi importanti.

Il 6 aprile 2009 alle ore 3.32 trema l’Aquila, un sisma di magnitudo 6.3 che causò 309 vittime, con quasi la totalità della popolazione della città evacuata, in quello che tutt’oggi è considerato l’evento più catastrofico del secolo in Italia.

Infine il terremoto di Amatrice, nel Lazio, il 24 agosto 2016 alle ore 3.36 con diverse scosse avvertite da Rimini a Napoli, dove la più importante ha registrato una forza di magnitudo 6.0. Il sisma causò 299 vittime e centinaia di sfollati.

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