Trovare tartufi potrebbe rappresentare una grossa fonte di guadagno. Il valore sul mercato di un tartufo infatti, si aggira intorno ai 5mila euro al chilo e può arrivare anche fino a 8mila euro. Naturale quindi che questa attività faccia gola a molti, ma per avere successo non si può essere da soli… Con noi dobbiamo necessariamente avere un cane da tartufo, in grado di supportarci adeguatamente nelle ricerche. E ricordate che non esistono scorciatoie, come quelle ad esempio offerte dalla startup romana che ha creato l’app per trovare i tartufi nelle campagne piemontesi, salvo poi essere smentita dal programmatore python Roma che in effetti spiegava quali fossero i limiti – confermati anche dal programmatore php Roma – di un’app basata sulle segnalazioni dei suoi utenti. Perché un cane? Semplice, perché l’olfatto dei nostri amici a quattro zampe è decisamente molto più sviluppato del nostro! E poi perché, si sa, il cane è il miglior amico dell’uomo. Ma quindi come addestrare un cane da tartufo? Quali sono i giusti passi da fare per ottenere buoni risultati? Innanzitutto bisogna chiarire che non tutti i cani sono adatti a questo tipo di attività: ce ne sono alcuni più predisposti di altri. Alcune razze che si adattano in modo naturale alla ricerca del tartufo sono ad esempio il Lagotto, il Labrador, il Griffone, il Bracco Italiano, lo Spinone Italiano e il Pointer, ma molti esperti sostengono che spesso i meticci si rivelano estremamente utili a svolgere questo lavoro. Andiamo ora a vedere come si svolge nello specifico l’addestramento di un cane da tartufo. Ovviamente il tutto deve avvenire in un contesto assolutamente gioioso per il cane, facendogli capire insomma che tale attività per lui rappresenta un gioco. Il nostro amico a quattro zampe infatti non andrà mai stressato, pena l’ottenimento dell’effetto opposto a quello desiderato. Come già si può comprendere da questa premessa, addestrare un cane da tartufo richiede una grande dose di pazienza, perché i risultati non si ottengono quasi mai in modo immediato. Quindi, armiamoci dei migliori intenti e partiamo! Se il vostro cane possiede già un’educazione di base (se cioè risponde bene ai comandi basilari, come ‘seduto’, ‘vieni’, ecc.), allora si può procedere con l’addestramento, che non dovrà durare mai più di 15 minuti per sessione (oltre quel limite il cane tende ad abbassare la sua soglia di attenzione). Dunque, impregniamo uno straccio con odore di tartufo – va bene anche qualche goccia di olio al tartufo), e facciamolo annusare al cane. Una volta catturato il suo interesse, lanciamo lo straccio e facciamocelo riportare dandogli in cambio una ricompensa in cibo. In questo modo il cane assocerà immediatamente l’odore di tartufo e il conseguente ‘riporto’ ad un bellissimo gioco. Se il nostro amico a quattro zampe non riporta subito lo straccio, andiamogli incontro e lasciamogli lo stesso la ricompensa prendendo in cambio lo straccio: a poco a poco lui inizierà a comprendere ciò che vogliamo da lui. A questo punto, l’addestramento del cane da tartufo può comprendere un’altra fase, quella del ‘nascondino’: proviamo a seppellire per pochi centimetri sotto la terra lo straccio imbevuto di tartufo (o un contenitore duro da rosicchiare con all’interno un pezzetto di tartufo). Quando il cane lo avrà riportato – quindi disseppellito – riceverà una ricompensa ancora più gradita. Ricordiamo nuovamente che questo processo per addestrare un cane da tartufo, se ben eseguito in tutti i passi da fare, presuppone molta pazienza e amore per il nostro animale innanzitutto.